Diagramma di affinità
Il diagramma di affinità è un metodo pratico e rapido che mette insieme le fasi divergente e convergente di un brainstorming (produzione e organizzazione delle idee), e permette sia di definire il problema, sia di arrivare ad una soluzione, con un rapido processo di scelta fra la moltitudine di idee prodotte dal brainstorming.
E’ chiamato anche diagramma KJ dalle iniziali di Jiro Kawakita, l’antropologo giapponese che lo ha inventato negli anni ’60.
Il classico brainstorming di Osborn, che si svolge in due sedute separate, l’una per accumulare idee e proposte, l’altra per vagliare le proposte e scegliere quelle più utili o realizzabili, spesso presenta la difficoltà di non raccapezzarsi fra le tante idee prodotte, o di non sapere bene con quale criterio sceglierle. Ecco dunque che far seguire alla fase divergente del brainstorming la fase convergente del metodo KJ rappresenta un modo semplice e pratico per scegliere: creare gruppi con le idee che presentano qualche affinità, che si assomigliano, che dipendono l’una dall’altra, che appartengono allo stesso settore. Ma oltre al brainstorming il metodo è utile in tutti quei casi in cui si vuole raggiungere un consenso, analizzare dati come i risultati di un sondaggio, raggruppare le idee in argomenti oppure organizzare set di dati per relazioni, pubblicazioni, progetti. Diremo in generale che serve ad un team
a raggiungere il consenso sulla soluzione di un problema raggruppando le idee raccolte.
Come premessa bisogna accertarsi di avere ben identificato il problema e di essere certi di condividerne le priorità. Le idee vanno raccolte e registrate in modo da poter essere spostate senza difficoltà (ad esempio utilizzando post-it, foglietti fissati con una puntina da disegno o altro). Tutti i componenti del gruppo possono contribuire con le loro idee, che vengono tutte prese in considerazione e valutate alla pari. Le idee e le informazioni si organizzano in categorie che poi possono essere studiate con altri strumenti. L’importante è limitare il numero dei gruppi di idee.
Il diagramma può essere analogico, ossia fatto con una riunione in presenza, con penne e post it e con tabelloni o lavagne, oppure digitale, con i partecipanti in videoconferenza e l’aiuto di uno strumento online che raccolga le idee fornite di tag e provveda a raggrupparle e classificarle.
Per fare un diagramma di affinità dal vivo si riunisce una diecina di persone in una stanza, con un animatore che spiega le regole del gioco e gestisce le operazioni di raccolta delle idee, raggruppamento e votazione. Si attaccano alla parete due cartelloni affiancati 70×100 (vanno bene due fogli di lavagna a fogli mobili). Si distribuiscono ai partecipanti blocchetti di post-it, penne e pennarelli.
Definito l’argomento su cui si vuole lavorare, si fa un brainstorming scritto dove ogni partecipante scrive una sua proposta su un post it e la attacca al cartellone. I post it, con la loro proprietà di attaccarsi e staccarsi facilmente, permettono di aggregare e riaggregare i biglietti secondo criteri diversi. Se alcuni biglietti non sono inseribili in nessuno dei gruppi aggregati, si lasciano da soli (sono i cosiddetti “lupi solitari”). I gruppi possono essere messi in relazione fra loro con frecce e altri segni grafici, per facilitarne la valutazione e la scelta finale. I bigliettini con idee simili vengono raggruppati, e lo stesso si fa con i sottogruppi, fino ad arrivare alle idee più interessanti, che in genere vengono scelte per votazione dagli stessi partecipanti.
Purché si segua il metodo di raggruppare le idee per somiglianze o diversità, di creare gruppi di idee con un titolo, di valutarle con scale di priorità per scegliere quelle più interessanti, il diagramma di affinità si può fare anche da soli o servendosi del computer, con programmi che vanno dal word processor a quelli per grafici. In sostanza, è come rimettere nell’armadio un insieme di oggetti di vestiario, riunendo le calze con le calze, le magliette con le magliette, e mettendo ogni cosa al suo posto