Problem walking
Il problem walking è un processo di problem solving svolto da un gruppo guidato da Umberto Santucci camminando lungo un percorso che ne evidenzia le varie fasi in ambiente piacevole e naturale.
Con il coaching in cammino guidato da me porti a spasso i tuoi problemi e li trasformi, da bestie selvagge e minacciose, in docili animaletti da compagnia.
Camminare pensando e pensare camminando, camminare per conversare cambiando punti di vista e aprendo nuove finestre su nuove visioni. E’ questo uno dei cardini dell’antica saggezza, dagli stoici e i peripatetici greci che discutevano di filosofia e di retorica passeggiando sotto i portici, fino al “brain walking” che Pino Della Sega propone ai suoi clienti, abbinando formazione e nordic walking negli splendidi ambienti della Val di Fiemme.
Uno degli espedienti creativi è abbinare cose diverse in nuove combinazioni. Problem solving e nordic walking si combinano nel problem walking. Secondo un recente studio delle università dello Utah e del Kansas, passeggiare in ambienti naturali scollegati da telefoni, tablet e computer aiuta il nostro cervello a diventare più creativo.
Risolvere un problema significa cambiare la situazione attuale in quella desiderata.
Un cambiamento anche piccolo mette in moto una reazione a catena che si propaga su tutto il sistema da cambiare.
Che cosa cambiare? Punti di vista, convinzioni, luoghi comuni, abitudini, processi organizzativi.
Il problem walking è un progetto di convivialità, basato su conversazione, calma, lentezza, solidarietà, non competitività. SI regola il passo su quello del camminatore più lento. Se camminando si riesce a conversare significa che non ci si sta affaticando anche se ci si muove per un tempo prolungato.
La nuova proposta del “problem walking” è un coaching personalizzato dove il cammino simboleggia un processo di problem solving. Alla partenza si definisce il problema, lungo il cammino se ne parla esaminando le tentate soluzioni che non lo hanno risolto, le soluzioni desiderate, la trasformazione in obiettivi e il percorso da fare per raggiungerli. Tornati al punto di partenza si sostituisce al problema la sua soluzione, o il primo passo da compiere per avviare il processo virtuoso del cambiamento migliorativo.
Il percorso è individuale, o si può estendere ad un gruppo di cinque persone circa, purché condividano lo stesso problema.
La conversazione può essere registrata per conservare anche i rumori dell’ambiente: onde del mare, uccelli, vento. L’evento di problem walking può essere fine a se stesso, o inserito in un percorso formativo più ampio che comprende consulenza on line e formazione esperienziale. L’evento è preceduto da uno scambio di informazioni via web, e seguito da debriefing e materiali di approfondimento. E’ dedicato al progetto concreto e specifico di cambiamento su cui vogliamo lavorare nel walking, che consiste nel
- definire il problema reale,
- spezzettarlo in sotto-problemi,
- collocarlo in un contesto più ampio,
- analizzare le soluzioni finora adottate, per poter fare qualcosa di diverso,
- immaginare la situazione a problema risolto.
Il percorso fisico lungo un fiume o in un bosco è anche uno strumento mnemonico per ripercorrere le varie fasi del problem solving, secondo il metodo ciceroniano dei loci, ossia del collocare le cose da ricordare lungo un tragitto ben noto.
Il problema
Per problema intendo qualcosa da discutere in modo da poterci intervenire, e per distinguerlo da un tema di conversazione.
Per esempio, il traffico è un tema di conversazione, ma non un problema, perché è fuori dalle nostre possibilità di soluzione. Migliorare la mia mobilità da qui a lì è un problema, perché posso decidere che cosa fare o non fare, come e quando farlo, e il traffico non è altro che la condizione in cui si colloca la mia mobilità.
Analogamente, se parliamo di crisi globale, è un argomento di conversazione. Se parliamo di che cosa fare con una certa linea di produzione per fronteggiare la crisi, può essere un problema.
In tal senso allargato, il problema è sia una cosa da eliminare, un ostacolo da superare, un nodo da sciogliere, sia un’idea nuova da trovare o da sviluppare, un limite da superare, un miglioramento radicale o graduale da attivare per sé o per la propria organizzazione.
Le condizioni
Il maltempo è la condizione in cui mi trovo. Il problema è come posso uscire senza bagnarmi troppo. Le soluzioni sono giacca, impermeabile ed ombrello. Per separare le condizioni dal problema, occorre valutare:
- la situazione attuale,
- tutto ciò che ha a che fare col problema, ma non dipende da me.
La valutazione va fatta da tre punti di vista:
- io – che cosa mi condiziona;
- gli altri – in che modo mi condizionano;
- il mondo – come il problema è condizionato dall’ambiente (casa, ufficio, quartiere, habitat, meteo, politica).
Il walking
Il walking è l’arte del camminare. La impariamo dalla prima infanzia, la miglioriamo crescendo, ma acquisiamo anche piccoli vizi posturali e meccanici che ad ossa, muscoli e tendini provocano fastidi e dolori che purtroppo si accentuano andando avanti negli anni.
E’ un’arte da riscoprire e da praticare specialmente per chi lavora molto davanti al computer, con ritmi stressanti che non gli permettono di muoversi e ragionare con calma.
Si cammina allungando la falcata e mobilizzando il tronco, con o senza l’uso dei bastoncini, aiuta a calmare e mettere in ordine il flusso dei pensieri. Si può camminare lentamente o velocemente, ininterrottamente o fermandosi a respirare aria buona, a guardare il paesaggio, ad ascoltare il canto degli uccellini, parlando o restando in silenzio.
Prima e dopo del cammino si fa un po’ di riscaldamento muscolare e di stretching, per non stressare il fisico e per incorniciare con un rituale conclusivo il processo di problem solving.
Qui sono all’inizio del percorso con un gruppo di manager di un’azienda nel Parco dell’Uccellina in Maremma toscana. Dopo l’esperienza in cammino, che si è felicemente conclusa con un bagno in spiaggia, abbiamo fatto una giornata in aula come debriefing e approfondimento teorico e pratico.