Parole o stili

L’enorme diffusione dei social media ha favorito forme di comunicazione poco tolleranti, spesso perfino violente, alimentate dalla velocità con cui si scorrono i messaggi, dalla brevità di molti messaggi o dal non leggere quelli lunghi, dagli algoritmi che tendono a rafforzare le idee dell’utente invece di metterle in discussione aprirle ad altre possibilità.
Per contrastare questi inconvenienti e utilizzare al meglio le interazioni veloci e quotidiane che i social permettono sia a chi lavora sia a chi si intrattiene con amici vicini e lontani, si è costituita nel 2017 Parole O_Stili, un’associazione no profit che ha redatto il “Manifesto della comunicazione non ostile”, un decalogo di buone maniere da adottare per migliorare il clima delle pagine social che siamo soliti frequentare. L’associazione è nata con il contributo iniziale di circa 300 professionisti della comunicazione d’impresa e politica, insegnanti, imprenditori, influencer, blogger, mossi dalla volontà di rendere la Rete un luogo migliore, meno violento, più rispettoso e civile.

L’ostilità espressa in rete può avere conseguenze concrete e permanenti nella vita delle persone. Per diffondere pratiche virtuose, Parole O_Stili lavora con le scuole, le università, le imprese, le associazioni e le istituzioni della comunicazione.
Le parole danno forma al pensiero, trasmettono conoscenza, aiutano a cooperare, costruiscono visioni, incantano, guariscono e fanno innamorare. Ma possono anche ferire, offendere, calunniare, ingannare, distruggere, emarginare. Perciò dobbiamo usarle bene, sia nel mondo reale sia in rete.
Il Manifesto della comunicazione non ostile vuole contribuire a realizzare una rete rispettosa e civile, che ci rappresenti e che ci faccia sentire in un luogo sicuro. Si sviluppa in 11 punti.

  1. Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
  2. Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
  3. Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
  4. Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
  5. Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
  6. Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può̀ avere conseguenze, piccole o grandi.
  7. Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
  8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare.
  9. Non trasformo in un nemico da annientare chi sostiene opinioni che non condivido.
  10. Gli insulti non sono argomenti. Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
  11. Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.