Intelligenza collettiva
Il brainstorming, che si usa per risolvere problemi o trovare nuove idee, è una pratica di pensiero collettivo. La regola del divieto di criticare qualsiasi proposta, anche la più stravagante, è la potente energia che mette in moto l’intelligenza collettiva del gruppo impegnato nella “tempesta di cervelli”. Un’idea ne innesca altre, con un processo di fertilizzazione che porta a soluzioni a cui una persona sola non sarebbe mai arrivata. Questo è un tipico esempio di uso dell’intelligenza collettiva.
Il concetto di intelligenza collettiva è stato proposto dal filosofo Pierre Levy nei primi anni ’90 del secolo scorso. Lui stesso definisce così questo modo di essere del pensiero: “Al fondo si tratta di una valorizzazione dell’intelligenza individuale, messa in relazione al massimo grado in tempo reale. Una messa in comune di tutte le capacità cognitive, delle competenze e della memoria della gente che partecipa al flusso informativo. Un flusso che prevede comunità di immaginazione, non solo di notizie. Oggi le reti telematiche rappresentano simbolicamente l’intelligenza collettiva all’opera”. Aggiunge che l’intelligenza collettiva non è solo quella delle reti telematiche, la cultura e il linguaggio sono da sempre manifestazioni di intelligenza collettiva. Per non parlare di miti. Leggende, saghe, testi canonici.
L’etica dell’intelligenza collettiva consiste nel riconoscere alle persone l’insieme delle loro qualità umane e nel farle condividere con altri a beneficio della comunità. L’individuo si esprime in modo libero e completo, al servizio della comunità, che è al servizio dell’individuo, poiché ogni individuo può beneficiare delle risorse intellettuali e delle qualità umane della comunità.
In un ambiente di intelligenza collettiva tutti possono comunicare con tutti, in un contesto comune che non è irradiato da un centro, ma è formato dalle interazioni dei tanti centri che ne costituiscono la struttura di rete. Si costruisce così un universo di significati comune, nel quale ognuno può trovare il suo posto. Nessuno è obbligato a condividere le idee degli altri: semplicemente si partecipa allo stesso universo di significati, allo stesso contesto.
Tu e il piccolo gruppo a cui appartieni e con cui hai uno scambio più stretto non potrete mai sapere tutto e quindi sarete obbligati a fare appello ad altri, alle loro conoscenze e capacità di relazione e navigazione fra le informazioni, sia negli spazi reali della tua organizzazione, sia in quelli virtuali della vostra intranet e di internet. I messaggi che hanno più valore nel cyber-spazio sono quelli che aiutano te e i tuoi colleghi a trovare riferimenti, a orientarvi, quelli che hanno meno valore sono quelli che aumentano la massa senza dare visibilità o trasparenza alle conoscenze disponibili.
Se nella storia e nell’arte si celebrano le imprese del singolo (Cesare, Napoleone, Michelangelo, Beethoven) sono altrettanto grandi le imprese dovute all’intelligenza collettiva, come le cattedrali gotiche, la scoperta del DNA, Internet e il Web. L’open source e il wiki si basano proprio sulla condivisione di conoscenze per realizzare programmi, applicazioni e opere collettive come Wikipedia.
Uno dei punti cardine del problem solving e della creatività è la capacità di assumere punti di vista diversi dal consueto. La combinazione di punti di vista è favorita dall’interazione fra intelligenze diverse, dalla loro cooperazione per risolvere lo stesso problema. Ciò consente di concentrarsi sul problema specifico che rientra nelle proprie competenze, risolverlo con l’aiuto di altri, considerarlo nel contesto più ampio dell’organizzazione, della società, della rete.