Metamodello
La programmazione neurolinguistica o PNL ha studiato molti modi di comunicare sia di grandi psicoterapeuti e persuasori, sia di gente comune, e ne hanno individuato diversi modelli comunicativi. Dalle affinità fra i diversi modelli hanno tratto la modalità generale con cui ci rappresentiamo il mondo e lo comunichiamo. Ogni nostra esperienza tende ad impoverire la nostra rappresentazione del mondo, che altrimenti sarebbe troppo complessa. Questa rappresentazione impoverita viene a sua volta espressa con il linguaggio, e si manifesta con cancellazioni, generalizzazioni, distorsioni. Da ciò derivano problemi di comprensione con se stessi e con gli altri. Per esempio, se uno dice “la libertà è un bene inalienabile”, ognuno può dare alla parola “libertà” il significato che vuole. In tal modo si crede di aver comunicato, ma non sapremo mai che cosa aveva in mente chi ha detto quella frase. Libertà di chi verso chi? Di fare che cosa? In ogni caso o con dei limiti? E così via.
Il metamodello è la tecnica PNL con cui si correggono cancellazioni, generalizzazioni e deformazioni, dal linguaggio delle persone sane a quello di pazienti affetti da patologie psichiche. Si usa per comprendere meglio la mappa cognitiva dell’interlocutore, ne indaga la struttura profonda del linguaggio servendosi di quella superficiale (che cosa intendi per…? che cosa volevi dire…?). Si applica con domande che servono a mostrare le generalità (libertà di chi?), rivelare le ambiguità (libertà di pensiero o di azione?), integrare le cancellazioni (più o meno liberi rispetto a chi?), correggere le deformazioni (libero, liberale o libertario? Arbitrio, licenza?), chiarire la vaghezza (libertà di fare del male?), estrarre significati specifici (in quale caso specifico non ti sei sentito libero?).
Anche nei nostri normali rapporti di comunicazione, sia faccia a faccia, sia in rete, possiamo usare le domande del metamodello per chiarire il significato da attribuire ad una frase, riducendo il rischio di incomprensioni. Per esempio, se l’interlocutore usa termini astratti e generici come amore, odio, felicità, la gente, gli italiani, i genovesi, possiamo chiedere: tutta la gente o alcuni in particolare? I genovesi ricchi o poveri? Se dice: bisogna darsi da fare di più, chiediamo: chi deve darsi da fare? Che cosa deve fare? Di più rispetto a che cosa? Se dice: la carne fa male, chiediamo quale tipo di carne, a chi fa male, che inconvenienti produce.
Ma perché tendiamo a parlare in modo così impreciso? In genere scelte obbligate e mancanza di alternative portano a generalizzare. Le cancellazioni derivano da scarsità di risorse e informazioni. Il disagio di fronte a qualcuno o credenze e pregiudizi portano a deformare. Per farci un’idea del problema, pensiamo agli immigrati. Il fenomeno è troppo complesso per comprenderne gli aspetti e le sfumature, per cui si tende a semplificare, considerando la razza (i neri), la provenienza (i siriani), la religione (l’Islam) come se fossero realtà univoche e uniformi. Ecco dunque che il metamodello aiuta a capire: stai parlando di tutti i neri o solo di quelli poveri? A quali siriani ti riferisci? Pensi ai religiosi integralisti o ai moderati?
La PNL usa un modello complementare al metamodello, il Milton Model, chiamato così perché tratto dalla pratica ipnotica di Milton Erickson. Ericson usava un particolare linguaggio per entrare in rapporto con il paziente, vincerne le resistenze e portarlo alla trance. Si tratta di una violazione intenzionale del metamodello, che porta ad accedere all’inconscio dell’interlocutore e a suggestionarlo inducendolo a fare o pensare qualcosa. L’uso consapevole di generalizzazioni, ambiguità, cancellazioni e distorsioni genera un linguaggio fluido e vago, che ognuno di noi può interpretare come vuole, e avere l’impressione che chi sta parlando ci comprenda veramente e possa aiutarci a risolvere il nostro problema.
Questo linguaggio è molto usato dai persuasori, siano essi leader d’impresa o politici, che fanno grande uso di parole come dignità, libertà, onore, traguardi, riscossa, vincere, sempre, di più. E poiché gli ascoltatori non sono tanto bravi da smontare i discorsi con le domande del metamodello, si lasciano convincere e tendono a fare ciò che viene chiesto loro, magari con la lettura del pensiero: “e so che ora tutti voi uscirete da qui e farete un’offerta per questa grande causa”.