Microlearning
Il microlearning offre contenuti formativi in piccole sezioni altamente concentrate per un apprendimento basato sulle competenze. È la metodologia ideale per trovare in poco tempo la risposta a problemi specifici.
Il microlearning (detto anche bite-sized learning, ovvero “apprendimento a piccoli bocconi”, o in pillole) è un approccio didattico che si basa su piccole unità di apprendimento invece che su corsi lunghi e articolati.
Si tratta di una metodologia “smart” e veloce, tale da plasmarsi in base alle esigenze dello studente – che può essere di ogni età e ogni livello culturale, con competenze professionali o meno: il microlearning è dunque adattabile a tutti gli ambiti dell’apprendimento.
Il microlearning risponde a richieste brevi ma regolarmente ripetute. Così i momenti di apprendimento possono far parte degli interstizi di una giornata, anche durante il lavoro. Non è un’alternativa alla formazione più concentrata, ma ne è un valido complemento o un’estensione.
La versione “micro” dell’e-learning però non è costituita tanto da corsi brevi e veloci, quanto dall’ acquisizione delle competenze desiderate in un breve periodo di tempo. In generale un corso può durare da 30 secondi a 5 minuti, ma anche se dura10 o 15 minuti, basta che sia breve e pratico per il discente. E’ molto congeniale al supporto mobile, per cui il mobile learning favorisce il microlearning.
Il microlearning è più facile da produrre, meno costoso, più aggiornabile e compatibile con altri metodi didattici. Gli studenti possono aver bisogno solo di un’abilità altamente specifica o di un pezzo di conoscenza nel loro momento di necessità di apprendimento. Potrebbero non avere il tempo di dedicare più di 5-10 minuti allo studio del problema che li riguarda.
I corsi di microlearning consentono ai team di agile learning di trasformare la progettazione dei corsi molto più velocemente. Possono servirsi di sequenze di email o feed RSS, come l’offerta di una nuova parola al giorno per imparare una lingua, ma il formato preferito resta il video, come dimostra il successo dei tutorial su YouTube, di cui alcuni autori sono diventati influencer con milioni di iscritti. I tipi di contenuti di microlearning includono video tutorial, podcast audio, presentazioni, interazioni, giochi, scenari, valutazioni, guide pratiche basate su testo e brevi lezioni online.
Il microlearning favorisce l’assimilazione del contenuto, la concentrazione e memorizzazione, permette di personalizzare il proprio percorso di apprendimento. fornisce solo ciò di cui ho bisogno quando ne ho bisogno, in qualsiasi momento, dovunque, su qualsiasi dispositivo.
Una pillola formativa è una gradita pausa, una sorta di oasi tra le onde di un mare in tempesta di informazioni.
il discente è più coinvolto perché sceglie la sua formazione, gestisce il proprio tempo ed è gratificato perché vede i suoi progressi.
I tre principi di base del microlearning sono:
- meglio poco che troppo,
- eroga in piccoli segmenti,
- stimola e coinvolgi lo studente.
Naturalmente il microlearning non va bene in qualsiasi caso, ma va usato con discernimento. Non può essere usato per trasmettere conoscenze ampie e fondamentali su tutti gli argomenti perché, per definizione, si focalizza nel risolvere un solo problema e nel rispondere a una sola domanda alla volta in un tempo limitato. Il microlearning non è neanche la metodologia adatta per apprendere le capacità di analisi o esplorare le relazioni di causa ed effetto, dato che queste attività, in genere, richiedono tempo sia per la pianificazione sia per la riflessione. È anche importante tenere presente che il microlearning a richiesta è un grande servizio, ma può rivelarsi inutile se non è disponibile proprio al momento del bisogno. il microlearning presuppone che ciascuno studente sia abbastanza motivato da cercare e completare l’apprendimento su ciò di cui ha bisogno.
Rendere la formazione disponibile al momento del bisogno è un modo per inserire la formazione nel normale flusso di lavoro delle mansioni lavorative senza perdere tempo. Le attività di microlearning con passaggi molto brevi in ambienti multimediali possono essere facilmente incluse nella routine quotidiana dello studente.
A seconda dei domini di riferimento gli aspetti micro, meso e macro possono variare, in quanto concetti relazionali. Ad esempio, nell’apprendimento di una lingua, il micro si occupa di vocabolario e grammatica, il meso delle situazioni e delle discussioni, il macro degli aspetti socio-culturali. Oppure si può distinguere fra apprendimento individuale, per gruppi, società o generazioni.
I microcontenuti si basano sul fatto che più le unità didattiche sono piccole e dettagliate, più rimangono impresse nella mente di qualsiasi discente, che le assiila con maggior facilità. Devono essere di svariate tipologie, come dipodcast, blogpost, wiki, messaggi, foto, grafici, testi, video, post di Facebook, Twitter, audio, purché siano brevi e semplici, abbiano un argomento unico, siano autoconsistenti, indivisibili e asccessibili via web su richiesta, in modo che gli utenti possano scegliere e controllare i loro percorsi o attività di apprendimento.