Tecnica dell'acquario
Per gestire in modo produttivo una conversazione in un gruppo numeroso si può usare la tecnica dell’acquario in cui una parte discute e il resto osserva.
Far discutere un gruppo di oltre trenta persone su un argomento, su un problema, senza fare confusione e lasciando teoricamente a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione è molto difficile. Alcune tecniche aiutano a rendere la discussione di gruppo produttiva ed efficiente suddividendolo, come la Philips 6×6 o la tecnica dell’acquario.
Questa tecnica consiste nell’estrarre dal gruppo una decina di persone disponendole in cerchio al centro della sala o dell’ambiente in cui cui si trova, e mettendo intorno a loro tutto il resto del gruppo. Quelli che sono al centro – dentro l’acquario, secondo la metafora – discutono sotto la guida del mediatore, o docente, o facilitatore che sia, gli altri osservano in silenzio e possono individuare dall’esterno i punti chiave della discussione, le dinamiche, i pregiudizi, e quindi contribuire in modo significativo a giungere ad una sintesi valida della discussione.
La tecnica si presta ad alcune varianti, a seconda dei casi e della situazione. Il gruppo degli “attori” per esempio potrebbe agire senza sapere di essere osservato, in modo che le critiche alla maniera di lavorare o di comportarsi vengano dai colleghi, non dall’autorità superiore del docente o del capo.
La discussione si svolge in un tempo limitato, della durata adatta alla complessità dell’argomento di discussione, e al termine si commenta tutti insieme arrivando alle conclusioni. Oppure si può procedere al “doppio acquario”, se per esempio un gruppo di venti persone si divide in due e per un’ora dieci discutono e dieci osservano, poi per un’altra ora si scambiano e i dieci osservatori vanno al centro a discutere e gli altri ad osservare.
Oppure si possono aggiungere al cerchio interno degli attori tre sedie che possono restare vuote o essere occupate da osservatori che chiedono la parola e desiderano fare un loro breve intervento. Ciò permette potenzialmente a tutti di dire la loro, e dà maggiore flessibilità alla struttura dell’acquario. Se tutte e tre le sedie sono occupate, l’ulteriore osservatore che vuole intervenire si pone in piedi dietro una sedia e prenderà la parola solo quando questa si libera. Con le sedie vuote gli osservatori sono più attenti e partecipi, perché sanno che in qualunque momento potranno intervenire.
Questa tecnica può essere combinata con altre tecniche di gruppo come il brainstorming o il diagramma di affinità, sempre nel caso che il gruppo sia molto numeroso.