Storyboard e storyboarding
Storyboard
Lo storyboard è lo strumento di progettazione grafica di un racconto o di una presentazione per immagini come un filmato, uno slide show, uno spettacolo multimediale. Consiste in una sequenza di immagini, ognuna delle quali rappresenta una scena o parte di essa, abbinata a testi che ne specificano le caratteristiche, le battute o i commenti da far recitare, indicazioni su mnusiche ed effetti sonori, identificativo e durata della scena.
E’ il documento con cui il regista organizza le riprese delle scene dal vivo, la preparazione di filmati di animazione e di immagini fisse come cartelli, grafici, schemi, illustrazioni o foto, la registrazione di musiche e commenti sonori, il montaggio finale. E con cui si presenta un progetto audiovisivo per valutarne la fattibilità a monte della produzione, specialmente nel caso di brevi filmati pubblicitari o informativi.
Può essere fatto a mano su carta, o con software di scrittura e di presentazione come Word e Power Point, oppure con software specifici. Fra questi troviamo i software gratuiti Storyboarder e Canvas, che permettono di disegnare direttamente le scene, di inserire foto o altre immagini digitali, filmati e animazioni, modelli tridimensionali, commenti di testo. Le sequenze possono essere viste in tempo reale, per valutarne il ritmo, la durata, i movimenti scenici. Se gli storyboard su carta sono i più semplici da fare, quelli digitali permettono modifiche e condivisione con tutti gli interessati, dal cliente ai collaboratori occasionali.
Lo storyboard deve essere alquanto approssimativo, non troppo realistico, per far capire che si tratta di un abbozzo suscettibile di modifiche possibili fino al montaggio finale, e per non condizionare i creativi che realizzeranno riprese, illustrazioni, animazioni. Può essere più o meno dettagliato o vincolante, giacché anche nel cinema alcuni autori progettano tutto e pretendono che lo storyboard sia seguito passo passo come una partitura musicale o un testo teatrale, altri preferiscono limitarsi ad un canovaccio e improvvisare sul set seguendo l’ispirazione del momento o l’estro degli attori.
Per semplificare diremo che se lo storyboard serve solo a noi, possiamo farlo come ci pare, limitandoci anche ad un semplice appunto su un foglietto. Se invece deve essere mostrato al cliente e agli altri stakeholder come il copywriter o l’account executive dell’agenzia pubblicitaria, oppure deve servire alla produzione per pianificare tempi, costi e logistica di produzione e postproduzione, e poi al regista, agli attori, ai cameramen e ai montatori, è meglio redigere un documento digitale dettagliato a cui tutti si devono attenere. Lo storyboard che presenta l’abbozzo delle scene reali come una sequenza di disegni animati si chiama animatic. In tal modo l’autore può mostrare criteri di montaggio e movimenti di macchina, alternando campi lunghi e primi piani, campi e controcampi, e così via.
Gli storyboard possono esser fatti in tanti modi diversi, e i software dedicati mettono a disposizione molti modelli da utilizzare secondo le proprie preferenze. Tuttavia il concetto di base è una successione di riquadri in cui mostrare con schizzi o immagini fisse tutto ciò che si dovrà vedere, e di didascalie con tutto il resto.
Georges Méliès è considerato l’inventore dello storyboard, con cui disegnava scene ed effetti speciali per i suoi film, come questo disegno del “Viaggio alla Luna” del 1902.
Storyboard del film “Alexander Nevskji” di Sergei Eisenstein, del 1933. La pagina visualizza la teoria del “montaggio verticale del regista russo, con cui si visualizza il sincrono, dall’alto verso il basso, fra immagini filmiche in alto, musica di Prokofiev, schizzi delle immagini disegnati dallo stesso Eisenstein, movimenti scenici rappresentati con diagrammi. Eisenstein progettava tutto a monte e seguiva pedissequamente le sue “sceneggiature di ferro”.
Federico Fellini prima di dedicarsi al cinema è stato caricaturista e fumettista. I suoi storyboard erano simili a fumetti, che influenzarono decisamente il suo stile cinematografico, dallo Sceicco Bianco in poi. Questo è lo story di un corto pubblicitario per una banca, disegnato da lui. Anche se Fellini disegnava sempre personaggi e scene dei suoi film, amava improvvisare sul set, usando le sue vignette e i suoi story solo come riferimento e stimolo, seguendo l’estro del momento.
Queste sono alcune pagine di miei storybord. La prima è per un video di formazione, la seconda per il musical “Giulietta e Romeo” di Riccardo Cocciante, la terza per una proiezione di grandi immagini che scorrevano sulla facciata di un museo di Manchester.
Io ho fatto storyboard di tutti i generi, per i media e con i formati più diversi, da semplici video a proiezioni con molti proiettori e molti schermi, o proiezioni di grandi immagini sulle facciate degli edifici, o scenografie virtuali per teatri, ma ho sempre usato una struttura a tre o quattro colonne, nella prima colonna l’indicazione dei tempi o delle scene, nella seconda i frame per il visivo, nella terza i testi per le voci, nella quarta indicazioni per musica ed effetti sonori. Inizialmente disegnavo a matita su fotocopie del modello, che venivano poi fotocopiate per distribuirle ai collaboratori, poi ho usato programmi di scrittura e grafica sempre con la stessa struttura a colonne. Comunque, considerando la grande varietà di mezzi e tecnologie disponibili oggi, dallo smartphone fino ai laser e alle centinaia di droni con cui si disegnano nel cielo le forme più fantasiose combinandole con fontane e fuochi d’artificio, è necessario partire dal formato di ciò che si deve realizzare, e strutturare lo storyboard in funzione di esso.
Qui si trovano alcune delle mie realizzazioni multimediali: https://www.umbertosantucci.com/foto-e-multimedia
Lo storyboarding può essere usato come tecnica di problem solving creativo, nella fase di comprensione del problema: trasformare il problema in una storia per immagini aiuta a individuarne la struttura, i punti chiave, le dinamiche di sviluppo e di soluzione.