Leader e follower
Il leader
In inglese il leader è colui che conduce, quindi il concetto va dal condottiero e dal trascinatore di folle fino all’autista di un bus o al conduttore di un treno. Il leader conduce perché questa è la sua funzione, o perché quando si avvia per andare da qualche parte, le persone che sono con lui lo seguono. Il leader è tale solo quando conduce, altrimenti è un follower che segue un altro leader, o un indipendente che agisce per conto suo. La leadership quindi è una funzione, più che una dignità.
Il project leader è il responsabile di un progetto. Se partecipa ad un altro progetto ne segue il leader. Quindi un leader deve saper essere anche follower, per contribuire al successo del progetto condotto da altri.
Il leader è tale se ha dei follower, persone che lo seguono perché condividono la direzione in cui lui va, non perché sono obbligati. Il rapporto fra leader e follower è libero, altrimenti abbiamo un rapporto fra superiore e inferiore, fra capo e sottoposto, fra dirigente e dipendente, dove chi sta sotto esegue gli ordini di chi sta sopra solo perché è obbligato a farlo. Il rapporto di costrizione impedisce al subordinato di essere un follower, un collaboratore che aiuta il leader a raggiungere l’obiettivo. Il dipendente non è interessato al raggiungimento dell’obiettivo, e spesso la sua obbedienza acritica porta il capo alla rovina.
Nelle organizzazioni complesse o fluide, come le piccole società ad alta tecnologia, si parla anche di leaderless, ispirandosi all’autoregolazione dei sistemi complessi. Se pensiamo ad un organismo, il fegato non chiede al cervello che cosa deve fare, agisce in modo autonomo per filtrare il sangue. Allo stesso modo il capo non esercita più il controllo e comando sulle cose da fare, ma si limita a stabilire obiettivi, vincoli progettuali e tempi, e a verificare i risultati man mano che arrivano dai gruppi di lavoro che agiscono in modo autonomo.
Il follower
Il leader non è tale se non è seguito da qualcuno. Il follower è colui che segue un leader. Può essere un suo dipendente, e quindi in certo modo essere obbligato a seguirlo, oppure può essere indipendente e seguire il leader per scelta personale.
Può seguire un leader in carne ed ossa, oppure un influencer web, iscrivendosi alla sua pagina, alla sua newsletter, al suo canale.
Il follower deve aiutare il leader a raggiungere gli obiettivi che il leader condivide con lui, avendo il coraggio di dissentire se gli sembra che le decisioni prese dal leader non perseguano quegli obiettivi.
Il follower deve comunque desiderare di seguire il leader, altrimenti è solo un dipendente. Quindi è fondamentale che nel rapporto fra leader e follower non vi sia costrizione, ma condivisione di intenti.
Il valore di un leader si riconosce dal valore dei suoi follower. L’orgoglio del maestro è essere superato dai suoi allievi.
Nei social network i follower contano più che altro per la loro quantità, ma la qualità di un leader è data dalla qualità dei suoi follower. Alcuni capi si contornano di yes men mediocri e passivi, perché se ne sentono meno minacciati nella loro supremazia. Ma prima o poi sono danneggiati dalla cattiva qualità dei collaboratori. I leader migliori sono quelli che sanno perfino restare in ombra, come un buon allenatore che lascia primeggiare i suoi campioni aiutandoli ad essere tali come un buon papà orgoglioso dei suoi figli.
Il follower di qualità è importante soprattutto nelle situazioni di crisi, dove è vitale saper prendere decisioni immediate, o quando il leader deve passare le consegne: se ha fatto crescere collaboratori di valore sarà più facile trovare il successore giusto che sappia fare meglio continuando la storia di successo.