Realtà virtuale
La realtà virtuale o VR (virtual reality) è un ambiente tridimensionale in cui ci si può immergere indossando visori, quanti e tute che ci collocano nello spazio virtuale e ci permettono di interagire con esso. L’ambiente virtuale reagisce immediatamente a ciò che facciamo. Per esempio, se prendiamo un bicchiere virtuale con il nostro guanto, e lo lasciamo, il bicchiere cade e magari si rompe, come farebbe un bicchiere reale. La visione è sempre soggettiva, perché simula il nostro modo di vedere la realtà fisica. Un programma di realtà virtuale differisce da un filmato 3d, anche se si presenta in modo simile, perché il filmato è predisposto e il protagonista può essere visto come una terza persona. Nella VR siamo sempre noi i protagonisti, e la scena cambia in base a ciò che facciamo, a dove dirigiamo lo sguardo, a dove andiamo. La VR è tridimensionale, dinamica, soggettiva, interattiva, e con qualche particolare apparecchio può diventare polisensoriale.
Programmi di VR non immersivi e moderatamente interattivi possono essere usati in combinazione ad altre applicazioni per simulare visioni soggettive, come le foto panoramiche di Google Maps o certi video di ambienti e percorsi ripresi con la telecamera indossabile GoPro. In alcune applicazioni la realtà virtuale diventa realtà aumentata, anche se la profonda differenza fra le due risiede nel fatto che la realtà aumentata aggiunge elementi informativi alla realtà fisica percepita, la realtà virtuale ignora la realtà fisica e la sostituisce con la propria realtà, estraniando chi vi si immerge.
La realtà virtuale è molto usata nei giochi elettronici, ma comincia ad esserlo anche nella medicina, sia per far esercitare gli studenti con simulazioni non rischiose, sia per eseguire interventi a distanza, oppure nell’edilizia e nell’urbanistica per simulare ambienti prima di costruirli, e in tutti quei casi che prevedono interventi pericolosi, costosi, scomodi, remoti.
Insieme al cloud (di cui può sfruttare l’infrastruttura), all’intelligenza artificiale (di cui sfrutta i meccanismi di machine learning) ed ai big data (di cui sfrutta la mole di dati e gli algoritmi di filtro e ricerca), la realtà virtuale appartiene alla nuova frontiera dello sviluppo software.
Per poter fare un’esperienza di realtà virtuale occorre un visore che copra tutto il campo visivo naturale (110 gradi) e con una velocità di immagine che eviti visioni a scatto, un giroscopio che faccia spostare l’immagine seguendo i movimenti della testa, un audio multicanale che simuli la provenienza spaziale dei suoni. Uno o due guanti possono trasmettere gli input al posto del mouse e della tastiera, permettendo di afferrare e manipolare gli oggetti virtuali. In tal modo per esempio un chimico può creare una nuova molecola, prendendo col cyberguanto e mettendo insieme atomi ed elettroni come farebbe un bambino con le costruzioni di legno.
Oggi è possibile sperimentare la realtà virtuale con poca spesa con visori che utilizzano lo smartphone o con alcune consolle di giochi.