Resistenze al cambiamento

resistenza al cambiamento

Un sistema qualsiasi, da una montagna ad un organismo vivente, deve cambiare per adattarsi all’ambiente esterno e agli altri sistemi che convivono con esso. Un sistema che non cambia è morto. Tuttavia, per restare se stesso, il sistema resiste ad ogni cambiamento e cerca di tornare com’era prima.

Lo sa bene chi vuole dimagrire. Cambiando il regime alimentare nei primi mesi perde peso, con grande soddisfazione. Poi il metabolismo si adatta, e pian piano il corpo riprende il peso perduto. Se invece si riesce a non riprendere peso per qualche anno, il cambiamento viene assimilato dal sistema.

Ogni cambiamento quindi deve fare i conti con le resistenze volontarie o involontarie del sistema che si vuole cambiare.
La psicologia ha studiato a lungo le resistenze al cambiamento, elaborando modelli e teorie di cui qui vediamo un colpo d’occhio sintetico da cui possiamo andare alle schede specifiche.

Fra i vari modelli teorici troviamo la teoria in tre passi di Kurt Lewin, il modello di Kübler Ross, il processo a otto passi di John Kotter, la teoria U di Otto Sharmer, le quattro resistenze nel modello strategico di Giorgio Nardone.
Poiché la resistenza è un’inerzia del sistema, qualsiasi stimolo che provochi un sussulto, una scossa, può essere un primo passo per intaccare la solidità della resistenza, e avviare il processo che la farà crollare e permetterà al sistema di cambiare. Quindi puoi usare l’uno o l’altro dei modelli segnalati, insistendo se funziona, sostituendolo se non funziona.
Per rendere il cambiamento effettivo e consolidato non bisogna limitarsi alle resistenze che possono emergere nel momento in cui si realizza, ma anche al dopo, a come viene accettato e assimilato da tutti i soggetti interessati. Spesso accade che un evento, un corso, una consulenza, una decisione dall’alto, producano un cambiamento che man mano svanisce sommerso dalle vecchie abitudini e dinamiche interpersonali che riprendono il sopravvento. Celebrare e premiare i successi, consolidarli e incorporare i cambiamenti nel sistema è fondamentale per proteggere soluzioni ancora fresche e fragili.