Sistema
Un sistema è un insieme di elementi o di sottosistemi che interagiscono fra di loro, o in funzione l’uno dell’altro. Per esempio in un organismo vivente parliamo di sistema circolatorio, composto da cuore, arterie e vene, o di sistema nervoso che comprende il cervello e i nervi. A loro volta cuore e cervello sono sottosistemi composti da coronarie, ventricoli, lobi, corteccia. Un sistema può essere scomposto negli elementi che lo compongono. Gli elementi possono essere sottosistemi, se a loro volta contengono elementi e sottosistemi. Il sangue per esempio è un sottosistema del cuore, che è un sottosistema della circolazione sanguigna.
Il concetto di sistema è relativo perché dipende dal punto di vista. Per esempio il sangue potrebbe essere il sistema principale, i cui sottosistemi sono cuore, arterie, vene. La diversità del punto di vista e dell’interpretazione del sistema dipende dagli interessi e dagli scopi di chi lo studia o ne fa parte.
Un sistema è composto di parti che lo compongono, elementi che lo identificano, lo descrivono e lo misurano, metodi e regole che valgono all’interno del sistema (per esempio le regole del gioco nel sistema calcio), strutture che tengono in piedi il sistema o che lo fanno funzionare (per esempio la rete), funzioni con cui il sistema agisce e raggiunge i suoi scopi (per esempio far circolare il sangue in tutto il corpo).
Un sistema presenta caratteristiche e proprietà che non si trovano nel suoi componenti, rappresenta dunque qualcosa di più della somma delle sue parti. Per esempio un istituto scolastico è qualcosa di più e di diverso rispetto ad allievi e insegnanti, o un’orchestra sinfonica è qualcosa di più e di diverso dal singolo violino o flauto.
Un sistema è più o meno complesso. Per ridurne la complessità può essere studiato con approccio riduzionista, se viene suddiviso in più sottosistemi, fino a scomporlo ai minimi termini. Le proprietà osservabili ai livelli inferiori vengono estese ai livelli superiori. Per esempio l’intelligenza è spiegata con le scintille che scoccano fra le sinapsi dei neuroni cerebrali. Oppure lo si può comprendere con approccio olista, definendone le proprietà collettive, scendendo allo studio dei singoli componenti solo se necessario, come fa lo yoga con i sette chakra che governano il corpo, la mente e l’anima.
La complessità di un sistema dipende dalla quantità dei suoi elementi, dalla struttura e dalle funzioni. In tal senso un grande organo da chiesa è molto più complesso di un’ocarina o di uno scacciapensieri. L’organo però non è autopoietico né autoregolantesi, come potrebbe essere un albero o un cane. L’autopoiesi è la continua ridefinizione che il sistema fa di se stesso, attivando processi di creazione, trasformazione, distruzione ed eliminazione di componenti, come l’albero che dopo aver perso le foglie secche in autunno le fa rinascere in primavera. L’autoregolazione è la capacità di modificare o ristabilire i propri equilibri per adattarsi all’ambiente, come fa il nostro corpo quando ci fa sudare per rinfrescarci se lo abbiamo esposto ad un calore eccessivo.
I componenti di un sistema possono essere indipendenti e indifferenti fra di loro, come la mano e il fegato, oppure interdipendenti o collegati con dipendenze gerarchiche. Per esempio, se voglio alzare una mano per salutare qualcuno, il movimento parte dalla spalla, scende nel braccio e infine arriva alla mano.
Negli anni ’50 e ’60 si sono sviluppati l’ingegneria dei sistemi che studia i sistemi naturali e progetta quelli artificiali, e la dinamica dei sistemi che ne studia il funzionamento con modelli matematici, avvalendosi della potenza di calcolo dei computer. Von Bertalannfy e Von Foerster hanno studiato i sistemi cibernetici.
Bateson e Watzlawick hanno applicato le teorie sistemiche alla psicologia, al problem solving e alla comunicazione, considerando gli individui come sistemi ecologici che interagiscono con se stessi, gli altri e il mondo in cui vivono.
Jay Forrester ha studiato i sistemi dinamici, dall’ecologia alla gestione aziendale, con il famoso gruppo di studio del MIT che per primo ha gettato l’allarme sui limiti dello sviluppo nel sistema Terra, con un famoso libro del 1972. Questi studi hanno permesso di creare le simulazioni dello sfruttamento futuro di risorse non rinnovabili in campo energetico, demografico, ambientale, climatico. Il gruppo di studio ha pubblicato un nuovo libro trent’anni dopo, per sostenere che le previsioni di allora erano perfino troppo ottimistiche.
Il gruppo di studio del MIT ha creato anche programmi per rappresentare graficamente la dinamica dei sistemi, e ha distribuito applicazioni ad uso del pubblico come Stella e Vensim, con cui si possono fare grafici dinamici che mostrino strutture e tendenze dei sistemi, come i loop ricorsivi con gli effetti valanga (accrescimento di un evento) e bilancia (riequilibrio del sistema).