Come fare problem solving
La fase del processo risolutivo che si dedica alla ricerca delle soluzioni vere e proprie prevede che il problema sia stato ben compreso e definito nella sua natura, nella sua struttura, nel suo contesto, e che si conoscano tutti gli stakeholder interessati al problema.
Prima di tutto bisogna organizzare bene il gruppo di lavoro che dovrà occuparsi del problema, sia che lavori in presenza, sia che lavori a distanza. In quest’ambito si definiscono anche i ruoli e le dinamiche relative. Chi è il capo-progetto? Chi è il cliente? Chi è il consulente? Chi è interno e chi esterno all’organizzazione interessata?
Poi si applicano le tecniche del problem solving strategico, con l’uso del dialogo strategico e degli stratagemmi per mettersi nei panni del cliente e vincerne resistenze e perplessità. Il processo si articola su tre livelli: problem solving, coaching e counseling. Il problem solving per mezzo delle fantasie magiche e peggiorative scopre le leve di cambiamento, il coaching analizza le soluzioni finora adottate e inefficaci, e aiuta il cliente a salire una scala di piccoli miglioramenti che lo porteranno al di sopra delle criticità, il counseling lavora sulle sensazioni fondamentali che muovono pensieri e comportamenti, e sulle incapacità che limitano le persone nonostante la loro buona volontà.