Le decisioni
Lungo tutto il processo di problem solving capita di dover prendere decisioni. Una volta analizzata la situazione, raccolti i dati, individuate le criticità, si presentano varie possibilità. Quando siamo ancora a monte, ci troviamo di fronte ad un problema di marketing o di comunicazione? Bisogna prendere una decisione, altrimenti non si arriva alla definizione del problema. Scendendo più a valle, quale delle leve di cambiamento vogliamo cominciare ad attivare? La più facile o la più difficile? E una volta trovate le soluzioni, quali scegliere? Quali applicare per prime, e quali in seguito?
La decisione può essere istantanea, e può dipendere da un intuito, da un sentimento di chi deve decidere. Oppure può essere presa in seguito ad un processo mentale più o meno complesso. In questo caso ci sono strumenti informatici che guidano il processo decisionale come i programmi DSS (decision support system). Oppure si possono usare strumenti più semplici come l’analisi del campo di forze o il diagramma di Pareto.
La capacità di decidere è tipica del manager di alto livello. Le nuove tecnologie tendono però a distribuire l’intelligenza anche ai livelli più bassi del processo e del prodotto. Di conseguenza anche la decisione tende a spostarsi verso il basso, per cui il lavoratore non è più l’appendice tayloriana di una catena di montaggio, ma è un’intelligenza umana che interagisce con un’intelligenza artificiale.
Quando abbiamo scelto le soluzioni da applicare, poi dobbiamo metterle in pratica, passando dal decision making al decision taking, che conclude il processo di problem solving.