Problem setting
Nel processo di soluzione dei problemi il setting è la fase in cui si parte dal disagio in cui ci si trova e si cerca di individuarne l’area problematica, ossia quella parte che rientra nelle nostre possibilità di soluzione, separandola da tutto il resto su cui non abbiamo il potere di intervento, e che quindi rappresenta le condizioni immodificabili in cui ci troviamo a tu per tu con il problema. Comunemente diciamo che nelle città c’è il problema del traffico, ma questo è un problema per sindaci e assessori. Per noi il problema non è il traffico, ma la domanda: “dato che è l’ora di punta, come faccio ad andare in piazza del Popolo entro le 10?”.
L’ostacolo si presenta come un muro. Il setting serve ad analizzare il muro, scomporlo e ricomporlo in modo che diventi una scala attraverso cui si arriva ad un livello diverso. L’ostacolo non c’è più, c’è una visione più ampia che magari fa vedere nuovi problemi che prima erano nascosti dal muro. Il processo ricomincia in un ciclo attraverso cui si realizza il miglioramento continuo.
Il setting dunque ha il compito di analizzare la situazione, capire che cosa dovrebbe cambiare, che cosa possiamo fare noi per cambiare, e arrivare alla formulazione della domanda tipo: “Poiché la situazione è questa (disagio iniziale) e tenendo conto che (dati e condizioni), come fare per (problema) ottenere (soluzioni attese)?”.
Poiché il setting è la definizione del problema, un discorso sul setting non può che cominciare da definizioni dei termini più frequenti, come buona pratica per lavori individuali e di gruppo, in modo da assicurarsi che i termini verranno usati da tutti con lo stesso significato.
Che cos’è un problema? Che differenza c’è fra stato ansioso e problema?
Perchè normalmente si parla di problem solving più che di problem setting?
Dove si pone il problem setting di fronte al problem solving?
Chi fa problem setting e chi problem solving?
Il sertting: tutto quello che sta a monte del solving, dai dati iniziali fino all’analisi del problema (struttura e contesto) e agli stakeholder interessati, per giungere al briefing operativo.
Il solving: tutto quello che sta a valle del setting, dalle tentate soluzioni fino al progetto che dovrà realizzare il cambiamento risolutivo.
Come sviluppare e coltivare una mentalità orientata al problema (occhio al futuro) più che alla soluzione (occhio al passato). Apprendimento critico oltre l’apprendimento mnemonico. Mentalità innovativa oltre le competenze acquisite.
Il mio libro sul problem setting è una rielaborazione dell’ipertesto che ho pubblicato nel 1999. Anche se le parti dedicate alla tecnologia sono fatalmente obsolete, metodi e strumenti sono sempre validi, se si pensa che il diagramma di Gantt ha oltre un secolo, e gran parte degli altri risalgono alla metà del secolo scorso.